La Sicilia nella letteratura

“Dicono gli atlanti che la Sicilia è un’isola[…]. Si avrebbe però voglia di dubitarne quando si pensa che al concetto d’ isola corrisponde solitamente un grumo compatto di razza e costumi[…].

Le Sicilie sono tante non finirò di contarle. Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava.

Vi è una Sicilia “babba”,[…] una Sicilia “sperta”.

[…] Tante Sicilie perché? Perché la Sicilia ha avuto la sorte di trovarsi a far da cerniera tra la grande cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, tra la ragione e la magia[…] Soffre la Sicilia di un eccesso di identità[…].

Capire la Sicilia significa per un siciliano capire se stesso, assolversi o condannarsi.”

Bufalino G., “ La luce e il lutto”

MAZZARINO CITTÀ DI CULTURA

“Uomo, come ognuno vede, di grande pietà, Carlo Maria, appena diventato signore di Mazzarino in seguito alla morte dello zio, vi si trasferì […]

Carlo Maria  preferì Mazzarino, dunque, e vi promosse e protesse a tal punto le arti, le lettere e le scienze che fu necessario l’impianto nel paese di ben tre tipografie tra le prime dell’isola, ove diede per “l’impressione” le sue stesse apprezzatissime opere di varia ed erudita umanità

Le cui prime copie andavano puntualmente ad arricchire la biblioteca del convento dei frati cappuccini”.

Frasca Polara, G., La terribile istoria dei frati di Mazzarino

BAROCCO. L’ARTE RITROVATA

La parola Barocco ha sempre avuto fin dall’inizio un’accezione negativa[…]stranezza, trasgressione alle regole ed alle simmetrie, opposizione al gusto corrente, al buon gusto.

Dominique Denon fondatore del Louvre su incarico di Napoleone, giunse in Sicilia. Qui il suo spirito illuminista e razionalista sarebbe stato disturbato fortemente dall’architettura barocca di alcune città, dove si dispiace sia stato sprecato tanto denaro e genialità per costruire palazzi e monumenti privi di gusto, in contrasto con l’architettura del secolo “semplice, nobile, saggio”.

Solo nel novecento inoltrato le chiese di un tale architetto Rosario Gagliardi avrebbero ottenuto il giusto riconoscimento. Prima di quel periodo chi si avvicinava era subito respinto dall’architettura barocca della val di Noto.

Scalia, Raffaele, Verderame, Viaggio a Ragusa

IL CORO DI SANTA MARIA AD NIVES

[…] secondo il mio parere la più bella scultura lignea del Rigano a Mazzarino.[…] l’opera per i pregi che esprime merita di essere illustrata a tutti coloro che sono sensibili all’arte e ai mazzarinesi in particolare, perché posano prendere sempre maggiore coscienza del proprio patrimonio culturale, lo sappiano apprezzare adeguatamente e trasmettere integro agli altri.

Cassarà, Il coro di Santa Maria ad Nives

LA LOTTA CONTADINA

“Il processo di riscatto dei contadini[…] fallì. A molte delle povere famiglie di braccianti non rimase altro che l’emigrazione. Fu tuttavia, quella, una stagione di grande crescita sociale politica e morale della società meridionale e siciliana. Significò la definitiva spallata all’aristocrazia latifondista […] l’approdo a condizioni di vita più umane”.

Falcone F., Fame di terra e pane

MAZZARINO: IL FASCINO STRAORDINARIO DI UNA STORIA MILLENARIA…

“Con Cleandro e Ippocrate la tirannide si affaccia a Gela sul declinare del VI secolo[…]

Erodoto ci conserva memoria di una Stasis, di una contesa intestina a seguito della quale una fazione cittadina sarebbe riparata nel centro indigeno di Maktorion, situato all’interno.”

Braccesi L., Millino, G., La Sicilia greca.

…E TRENTA SECOLI DI ETÀ

“Gli usi e i costumi, i motti popolari[…], i fatti storici, la religione,, la lingua, la geografia, la geologia di tutti i tempi, sono le pari che compongono l’assieme storico, che si riferisce a trenta secoli di vita della città, vetustissima per eccellenza”.

Pietro di Giorgio Ingala, Mazzarino ricerche e considerazioni storiche

MAZZARINO CITTÀ BAROCCA

Nel gennaio 1693 la forza del terremoto distingue ancora una volta le due Sicilie-l’occidentale e l’orientale- diverse per antiche stratificazioni storiche.

 La Sicilia sud orientale diviene così un grande e variegato laboratorio di architettura.

Mentre in ambito catanese, per caratterizzare le nuove costruzioni, si optava prevalentemente per la bicromia, nel siracusano e nel ragusano era la pietra a vista che qualificava le architetture più impegnative.

Angelo Italia, architetto gesuita, lascia la sua impronta a Mazzarino nel progetto della chiesa Madre.

Scotti A., Storia dell’architettura italiana

MAZZARINO NEI RIVELI

“La ricerca che io ho elaborato è una monografia  su un momento ben circoscritto della storia di Mazzarino. Essa consiste in uno studio teso a conoscere la società mazzarinese di metà settecento attraverso i riveli del 1747/48, un documento fondamentale per la storia della città”.

Varsalona, L., Mazzarino nei riveli del 1747-48

MAZZARINO INSORGE

“Nel terribile 17 dicembre del 1945 il popolo mazzarinese scrive una nuova dolorosa pagina nella storia del paese, insorgendo contro i grandi feudatari.

Col fuoco e le devastazioni distruggeva o portava via dalle loro case ogni cosa, lasciando squallidi e affumicati i muri e i tetti,

[…] la storia del mio paese che c’interessa anche perché tutti questi fatti che colpiscono la fantasia di un popolo hanno avuto un’influenza non piccola sul nascere ed evolversi di molti elementi caratteristici della tradizione popolare.”

Pardo C., Le tradizioni popolari a Mazzarino, tesi di laurea, A.A. 1946/1947

Mazzarino: “l’improvviso scoppio di una rabbia di popolo”

“[…]assettati sopra una pietra, Gino Cardamone, a stendere il verbale di quelle prima adunata del mattino, e Filippo Siciliano,a studiare, alla luce del sole ormai risorto, sul suo libro di filosofia. Accanto a Filippo stava Bognanni, a fumare pensoso senza sosta, a segnare per terra segni con uno sterpo. La Marca s’aggirava dappertutto, parlava agli uomini, dava direttive, saliva all’alta roccia di calcare per scrutare la trazzera verso Mazzarino”.

Consolo V., Le pietre di Pantalica

wpChatIcon
wpChatIcon